Nella sacrestia armadi settecenteschi e diversi dipinti e di grande suggestione troviamo l’altare voluto dal card. Marco Barbo del 1464 smontato dal presbiterio e successivamente posto qui nel 1700 dal card. Angelo Maria Querini.
Ci troviamo di fronte ad una pregevolissima opera di scultura quattrocentesca eseguita da Mino da Fiesole con l’aiuto dello scultore ed architetto istriano Giovanni Dalmata.
Nel 1400 gli artisti istriani si recavano in Italia e fondavano botteghe al di qua ed al di là dell’adriatico, l’adriatico con la vicinanza di Venezia rappresentava un importante legame culturale ,quindi Giovanni Dalmata lavorerà a Roma ,Venezia e in Ungheria.
Mino da Fiesole , toscano, allievo del Rossellino e di Desiderio da Settignano realizza le sue opere attraverso una forte concisione volumetrica ed i suoi personaggi , per la maggior parte, sono posti di profilo onde evitare l’impatto rigido della visione centrale. In alto si nota l’Eterno Padre, a sinistra Giacobbe che riceve la primogenitura da Abramo , a destra Melchisedek che dà il pane ed il vino ad Abramo e al centro si notano due bellissimi angeli con le ali spiegate.